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222. EDITORIALE. Siamo tutti «Cirenei»

222. EDITORIALE. Siamo tutti «Cirenei»

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1- I cristiani vivono la <pasqua> come un prezioso tesoro: ricordiamo la <pasqua> di Gesù -che riprende l’antica pasqua ebraica- e, dentro a essa, vogliamo leggervi le nostre ‘pasque’ quotidiane ed esistenziali. Pasqua quotidiana è vivere ‘passione, morte e risurrezione’ per diventare uomo e donna. Pasqua esistenziale è vivere ciò che ti sorprende o non ti aspetti: un amore, l’arrivo di un figlio/a, un’amicizia ritrovata, ma anche la perdita di un figlio/a, la morte del padre o della madre, una angoscia o dolore profondi. Se imparassimo a comprendere le nostre pasque quotidiane ed esistenziali alla luce o dentro la Pasqua di Gesù, la vita non avrebbe certo risposte, ma assumerebbe un profilo, un tono e una libertà diverse. A partire da queste ragioni, anche nella nostra esperienza di scuola cerchiamo di dare valore a questo tempo della Pasqua insieme a quello del Natale.

2- Con tutti gli studenti ci siamo incontrati nella nostra bella Chiesa dell’Incoronata a conclusione del cammino di quaresima per la preghiera che ha avuto come tema: siamo tutti «Cirenei». Infatti Matteo ci racconta che: mentre [i soldati con Gesù] uscivano [dal Pretorio del governatore Pilato], incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce (Matteo 27,32). È singolare questa figura che -come ha raccontato p. Antonio commentando il testo- ci rappresenta quando nella vita dobbiamo fare cose che ci disturbano, ci sono pesanti, addirittura insopportabili. A questo uomo proveniente da Cirene abbiamo voluto dare voce: <Mi chiamo Simone, sono un contadino africano, immigrato fin qui a Gerusalemme da Cirene nella Libia. Oggi, rientrando dai campi, ho visto una gran folla che schiamazzava attorno ad alcune persone condannate a morte. Stavo andando ad osservare più da vicino quando un soldato mi ha preso e costretto a portare la croce di un condannato. Se lo avessi saputo avrei prolungato di un'ora il lavoro o forse sarei entrato in città da un’altra porta. Camminando però assieme a quest'uomo ho scoperto che si chiamava Gesù, ma non riesco a capire quali colpe possano avergli attirato una simile pena: il suo corpo era flagellato e sul capo aveva una corona di spine. Io, costretto a portare la croce dietro di lui, mi sono sentito pian piano partecipe di qualcosa più grande e allora ho avuto l'impressione che sia stato un bene, oggi, lasciare prima i campi e trovarmi al fianco di quest'uomo che poi mi hanno detto che insegnava che bisogna portare i pesi gli uni degli altri. Portavo la sua croce, ma avevo l’impressione che quella croce portasse me>.

3- Con i genitori, gli insegnanti e gli educatori, nella mattinata di sabato 1 aprile, ci siamo trovati davanti al grande affresco della ‘passione’ che ammiriamo quando entriamo in Chiesa. È stato bello sentire la narrazione della passione, morte e risurrezione di Gesù secondo l’evangelista Matteo (capitoli 26,27,28) raccontati da una lettrice di professione con il commento musicale di un pianista professionista e intanto lasciar scorrere le immagini del grande affresco. Nella cimasa la chiave per comprendere il senso di quel gesto è il pellicano che per nutrire i suoi piccoli si strappa la carne, dà la sua vita. Questa ‘Passione’ è da leggere insieme al frontone e l’abside della chiesa: lì è la Risurrezione, l’essere sollevati in alto, dove c’è il paradiso, armonia di creazione e città. Lì in ogni ‘quadro’ un uomo con il suo sguardo verso di noi ci attira nella scena. Qualcuno tra noi si è addirittura commosso.

L’ascolto di quella Parola che viene da lontano, racconta la storia di un uomo molto vicino a noi, che ci ‘legge’ e ci ‘interpreta’, vicina all’umano di tutti. Di questo uomo abbiamo ascoltato Passione, Morte e Risurrezione come di ‘passione’, ‘morte’ e ‘risurrezioni’ vive ciascuno di noi: questo è ‘vivere il senso pasquale dell’esistenza’, mentre noi rimuoviamo morte, fragilità, ‘rinuncia’ all’onnipotente narcisismo e rifiutiamo il cambiamento, le trasformazioni e le ‘risurrezioni’. Per uscire da questo cerchio mortale abbiamo bisogno di ‘ascoltare’ Passione, Morte e Risurrezione di Gesù come paradigma singolare dell’umano.

Che questi giorni ci tocchino il cuore!

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay 

Client

a cura della Redazione

Date

08 Aprile 2023

Tags

Editoriale

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